Non ci vedo nulla di male a tirare uno sculaccione a mio figlio perché butta della plastica in mezzo ad un parco, ma se glielo tira qualcun'altro l'ammazzo.
E' un po' questo il leitmotiv della discussione.
Oggi è l'importantissima giornata della memoria.
E sempre oggi Il Giornale riesce a battibeccare con il Der Spiegel che c'aveva accusato, a ragione, di esser un popolo di Italiani, dove Italiani=Schettino=scappa quando la nave affonda.
Forse se la sono presa perché il nostro premier aveva definito, a ragione, culona inchiavabile, il loro primo ministro.
Così il Giornale, con la cautela e l'eleganza che lo contraddistingue, titola:
Il Der Spiegel non è nuovo a queste provocazione, vorrei ricordare la P38 nel piatto di spaghetti.
In passato ho pubblicato copertine dell harem di Berlusconi e della deriva (economica,politica) dell'Italia, ma quello è un dato oggettivo e statistico, definire un popolo per stereotipi è molto diverso.
Pure Letterman ha fatto un sacco ridere quando nei giorni scorsi parlava di Schettino, poi, nei vari blog, a ragione, si è discusso se prendere lezioni da nazioni che assolvono chi gioca con i cavi delle funivie.
Ora, ognuno è libero di esprimere il proprio parere su avvenimenti esteri, ci mancherebbe, anche perché molte tragedie prima di essere Italiane, Americane, Tedesche, sono caraterizzate da idioti senza bandiera e situazioni difficili, facili solo a posteriori parlando da una scrivania.
Però sarebbe il caso di farlo con cura e senza spocchia, perché, a quanto pare, ce n'è per tutti.
venerdì 27 gennaio 2012
mercoledì 25 gennaio 2012
Password
Ecco alcune delle password più usate al mondo.
password - 123456 - 12345678 - qwerty - abc123 - monkey - 1234567 - letmein - trustno1 - dragon - baseball - 111111 - iloveyou - master - sunshine - ashley - bailey - passwOrd - shadow - 123123 - 654321- superman - qazwsx - michael - football
Già.
martedì 24 gennaio 2012
Laurea dopo i 28 anni? E' da sfigati
UPDATE:
Nonostante io appartenga agli sfigati non sono contrario nel merito della sua affermazione, credo abbia ragione.
Certo, un'affermazione così da un viceministro personalmente mi fa ridimensionare notevolmente la persona al di là del suo curruculum universitario.
Sfigati in che senso?
Non è che forse, se la laurea in media in Italia si ottiene dopo i 27 anni non è esclusivamente per poca voglia di studiare ma per qualcosa di sistemico?
Sembra che la laurea specialistica richieda mediamente 25,1 anni. Ma allora siamo realmente in ritardo rispetto all'europa?
Non è che poi, forse, il sistema dell'istruzione andrebbe rivisto perché a 16 anni non si sa cosa si vuol fare della propria esistenza e sarebbe meglio seguire il modello dei corsi americani che risulta estremamente più flessibile e competitivo del nostro?
E poi, sempre forse, se mi laureo a 24 anni col massimo dei voti, non dovrebbe, il mercato del lavoro, accogliermi a braccia aperte se sono capace?
O l'università italiana dà la sensazione che il mercato del lavoro non sia affatto un continuum del percorso di studi?
E ancora, non è che il capitale sociale per dirla da radicalchic, le raccomandazioni per dire le cose come stanno, conta in Italia più di qualsiasi merito?
Perché forse, sempre forse, questo pur meritevole rampollo rampante (23 anni dottorando, 26 ricercatore, 27 professore associato) non sarebbe dov'è ora facendo 4 lavori se Previti, Sacconi e Brunetta non fossero stati cari amici di famiglia; in quel caso che tu sia Leonardo o il trota, due, tre, quattro anni di ritardo non fanno alcuna differenza.
Dal suo blog due commenti che mi sento di condividere:
Al netto della tua bella laurea sei proprio tu lo sfigato.
Io ho 29 anni e sono laureato, pero vivo e lavoro fuori dall’italia per colpa degli ’sfigati’ come te che governano il paese!
Nonostante io appartenga agli sfigati non sono contrario nel merito della sua affermazione, credo abbia ragione.
Certo, un'affermazione così da un viceministro personalmente mi fa ridimensionare notevolmente la persona al di là del suo curruculum universitario.
Sfigati in che senso?
Sembra che la laurea specialistica richieda mediamente 25,1 anni. Ma allora siamo realmente in ritardo rispetto all'europa?
Non è che poi, forse, il sistema dell'istruzione andrebbe rivisto perché a 16 anni non si sa cosa si vuol fare della propria esistenza e sarebbe meglio seguire il modello dei corsi americani che risulta estremamente più flessibile e competitivo del nostro?
Icona di cosa è meritocrazia secondo la popolazione di Facebook Italia |
E poi, sempre forse, se mi laureo a 24 anni col massimo dei voti, non dovrebbe, il mercato del lavoro, accogliermi a braccia aperte se sono capace?
O l'università italiana dà la sensazione che il mercato del lavoro non sia affatto un continuum del percorso di studi?
E ancora, non è che il capitale sociale per dirla da radicalchic, le raccomandazioni per dire le cose come stanno, conta in Italia più di qualsiasi merito?
Perché forse, sempre forse, questo pur meritevole rampollo rampante (23 anni dottorando, 26 ricercatore, 27 professore associato) non sarebbe dov'è ora facendo 4 lavori se Previti, Sacconi e Brunetta non fossero stati cari amici di famiglia; in quel caso che tu sia Leonardo o il trota, due, tre, quattro anni di ritardo non fanno alcuna differenza.
Dal suo blog due commenti che mi sento di condividere:
Al netto della tua bella laurea sei proprio tu lo sfigato.
Io ho 29 anni e sono laureato, pero vivo e lavoro fuori dall’italia per colpa degli ’sfigati’ come te che governano il paese!
Centro
Per abbassare un po' il livello culturale di questo blog ma mantenerne alto il livello di noia ecco un grande interrogativo moderno:
- qual'è al giorno d'oggi il valore aggiunto di una casa in centro?
E' palese che ognuno di noi per condizionamenti ambientali e per esserci cresciuto, tenda a definire migliore il suo lato di Bologna e a non considerare come difetti tutta una seria di fattori (vivere sui viali ad esempio!)
Ma qui non è questione di lati, di volpe e uva e di case che non posso permettermi, semplicemente faccio fatica a comprendere come in centro possa risultare migliore la qualità di vita.
PRO:
-Estetica ( al di là dei monumenti, è sicuramente più bello che vivere in un prefabbricato)
-Prestigio sociale, vita sociale (non mi riguarda, ma posso capirlo)
-Investimento immobiliare tendenzialmente più sicuro rispetto alla periferia
-Numero di negozi a non genere alimentare (ora, o si è ossessivi compulsivi o questo non ha senso a mio parere. recarsi 30 volte all'anno in centro per far shopping credo possa bastare)
CONS:
-Meno aree verdi
-Livelli di inquinamento molto più alti
-Dramma del parcheggio (o si ha un garage o tra atti vandalici, lavaggi strade, tempo per trovar parcheggio si è rovinati)
-Mancanza della grande distribuzione (alimenti più cari, per il reparto tecnologico vale lo stesso discorso dei pro, ci si può muovere)
-Case tendenzialmente più vecchie (maggiori costi di manutenzione, mancanza ascensore, etc)
- qual'è al giorno d'oggi il valore aggiunto di una casa in centro?
E' palese che ognuno di noi per condizionamenti ambientali e per esserci cresciuto, tenda a definire migliore il suo lato di Bologna e a non considerare come difetti tutta una seria di fattori (vivere sui viali ad esempio!)
Ma qui non è questione di lati, di volpe e uva e di case che non posso permettermi, semplicemente faccio fatica a comprendere come in centro possa risultare migliore la qualità di vita.
Michael Wolf - Architecture of Density - Hong Kong |
-Estetica ( al di là dei monumenti, è sicuramente più bello che vivere in un prefabbricato)
-Prestigio sociale, vita sociale (non mi riguarda, ma posso capirlo)
-Investimento immobiliare tendenzialmente più sicuro rispetto alla periferia
-Numero di negozi a non genere alimentare (ora, o si è ossessivi compulsivi o questo non ha senso a mio parere. recarsi 30 volte all'anno in centro per far shopping credo possa bastare)
CONS:
-Meno aree verdi
-Livelli di inquinamento molto più alti
-Dramma del parcheggio (o si ha un garage o tra atti vandalici, lavaggi strade, tempo per trovar parcheggio si è rovinati)
-Mancanza della grande distribuzione (alimenti più cari, per il reparto tecnologico vale lo stesso discorso dei pro, ci si può muovere)
-Case tendenzialmente più vecchie (maggiori costi di manutenzione, mancanza ascensore, etc)
venerdì 20 gennaio 2012
L'insopportabile intromissione
L'anno è cominciato da 20 giorni e già per la seconda volta, dopo i botti di capodanno, mi tocca constatare una terribile intromissione nelle libertà fondamentali dell'individuo.
Ma per le mie "sensibilità", questa, è molto molto più grave dei petardi.
Sotto fortissima pressione dell'AIDS Healthcare Foundation che ha raccolto 70.000 firme, di gente che non guarda porno, il municipio di Los Angeles ha deciso che il condom è ora obbligatorioper i film a luci rosse prodotti in città (scelta presumibilmente motivata anche a causa della chiusura dell AIM )
Per gli utilizzatori minori vi tolgo subito il dubbio: un porno col preservativo non lo si guarda.
Il porno è sogno, il porno è la possibilità irreale di aver fatto sesso con migliai di donne bellissime, in situazioni incredibili (ecco perché l'importanza della storia) facendo cose che mai e mai potresti e vorresti fare nella vita reale con la tua ragazza.
E il sogno, qualsiasi esso sia, non può avere mezze misure. Le nostre aspirazioni reali possono essere elevate ma hanno sempre dei limiti, il sogno non può avere limiti. Sognate di vincere 20 mila euro o 100 milioni? Potete usufruire di un video porno in cui l'aspirazione massima è quella di venire dentro ad un preservativo?
E purché verissimo, non mi interessa in questa sede sostenere limiti e virtù del porno americano come libera scelta, come forma artistica.(chiedete a Sasha Grey cos'è il porno...)
Mi interessa chiarire quanto sia ampio il porno come fenomeno culturale e sociale, soprattutto a Los Angeles (consiglio la visione del film seguente)
9to5 DAYS IN PORN Trailer from Zorro Film on Vimeo.
Nella San Fernando Valley, si produce il 90% di tutti i film pornografici che vengono messi in circolo dalle case di produzione, con un pubblico stimato superiorie al miliardo di persone. Il fatturato varia dagli 8 ai 13 miliardi di dollari l'anno.
Come sottolineato dal documentario se nell'est europeo è una scelta per ovvi motivi meno libera, a Los Angeles fare porno è una scelta totalmente libera. La prevenzione c'è già, ognuno è libero di indossarlo, ci sono già controlli e consapevolezza del fenomeno, gli attori sanno cosa rischiano sulla propria pelle.
Quanti morti ha fatto l'AIDS nel porno di L.A. imputabili a contagi avvenuti negli ultimi 10 anni? Zero! 5 persone sieropositive, La sfortunatissima Lara Roxx (alla sua seconda scena girata a L.A.) Mason Wyler, Marisa (Miss) Arroyo, Jessica Dee, Darren James.
Il tutto in una "città" dove vengono girate oltre 120 scene al giorno,oltre 50.000 l'anno.
Ma poi, pur avendo confutato più volte che Lombroso e la sua fisiognomica erano troiate, santiddio, guardate chi cazzo sta protestando a favore dei preservativi.
Ma per quale criterio sociale dovrebbero scegliere loro?Terribile ipocrisia.
L'assurdità di imporre qualcosa privando decine di migliaia di persone di lavoro e del loro libero arbitrio cosa porterà?
Bisognra riaprire assolutamnete l' AIM che ha funzionato egregiamente, avere controlli serrati e obbligatori, ma non si può proibile.
A nulla, il porno non morirà mai, si sposteranno e andranno a produrre ricchezza da qualche altre parte, magari senza regole e senza controlli.
Ma per le mie "sensibilità", questa, è molto molto più grave dei petardi.
Sotto fortissima pressione dell'AIDS Healthcare Foundation che ha raccolto 70.000 firme, di gente che non guarda porno, il municipio di Los Angeles ha deciso che il condom è ora obbligatorioper i film a luci rosse prodotti in città (scelta presumibilmente motivata anche a causa della chiusura dell AIM )
Per gli utilizzatori minori vi tolgo subito il dubbio: un porno col preservativo non lo si guarda.
Il porno è sogno, il porno è la possibilità irreale di aver fatto sesso con migliai di donne bellissime, in situazioni incredibili (ecco perché l'importanza della storia) facendo cose che mai e mai potresti e vorresti fare nella vita reale con la tua ragazza.
E il sogno, qualsiasi esso sia, non può avere mezze misure. Le nostre aspirazioni reali possono essere elevate ma hanno sempre dei limiti, il sogno non può avere limiti. Sognate di vincere 20 mila euro o 100 milioni? Potete usufruire di un video porno in cui l'aspirazione massima è quella di venire dentro ad un preservativo?
E purché verissimo, non mi interessa in questa sede sostenere limiti e virtù del porno americano come libera scelta, come forma artistica.(chiedete a Sasha Grey cos'è il porno...)
Mi interessa chiarire quanto sia ampio il porno come fenomeno culturale e sociale, soprattutto a Los Angeles (consiglio la visione del film seguente)
9to5 DAYS IN PORN Trailer from Zorro Film on Vimeo.
Nella San Fernando Valley, si produce il 90% di tutti i film pornografici che vengono messi in circolo dalle case di produzione, con un pubblico stimato superiorie al miliardo di persone. Il fatturato varia dagli 8 ai 13 miliardi di dollari l'anno.
Come sottolineato dal documentario se nell'est europeo è una scelta per ovvi motivi meno libera, a Los Angeles fare porno è una scelta totalmente libera. La prevenzione c'è già, ognuno è libero di indossarlo, ci sono già controlli e consapevolezza del fenomeno, gli attori sanno cosa rischiano sulla propria pelle.
Quanti morti ha fatto l'AIDS nel porno di L.A. imputabili a contagi avvenuti negli ultimi 10 anni? Zero! 5 persone sieropositive, La sfortunatissima Lara Roxx (alla sua seconda scena girata a L.A.) Mason Wyler, Marisa (Miss) Arroyo, Jessica Dee, Darren James.
Il tutto in una "città" dove vengono girate oltre 120 scene al giorno,oltre 50.000 l'anno.
Ma poi, pur avendo confutato più volte che Lombroso e la sua fisiognomica erano troiate, santiddio, guardate chi cazzo sta protestando a favore dei preservativi.
Ma per quale criterio sociale dovrebbero scegliere loro?Terribile ipocrisia.
L'assurdità di imporre qualcosa privando decine di migliaia di persone di lavoro e del loro libero arbitrio cosa porterà?
Bisognra riaprire assolutamnete l' AIM che ha funzionato egregiamente, avere controlli serrati e obbligatori, ma non si può proibile.
A nulla, il porno non morirà mai, si sposteranno e andranno a produrre ricchezza da qualche altre parte, magari senza regole e senza controlli.
giovedì 19 gennaio 2012
Auschwitz
Ho una cartella con tutti i link che salvo di tanto in tanto, che poi utilizzo per aggiornare questo blog.
Questi 2 stavo per cancellarli, poi ho pensato che invece sarebbe stato giusto ricordare quanto il pericolo dell'ignoranza, della paura e del rischio di perdita di memoria sia sempre presente nella società e nell'uomo.
Questi 2 stavo per cancellarli, poi ho pensato che invece sarebbe stato giusto ricordare quanto il pericolo dell'ignoranza, della paura e del rischio di perdita di memoria sia sempre presente nella società e nell'uomo.
Auschwitz nella pubblicità di una palestra:«Dai l'addio alle tue calorie».
Il consigliere leghista su Facebook Immigrati? "Ci vogliono i forni"
lunedì 16 gennaio 2012
Regole - Metafora della leadership - Non Eroi
UPDATED
300 mila anni di evoluzione dell'uomo, migliaia di anni di evoluzioni nelle strutture sociali organizzative, almeno 100 anni di purissima tecnologia non possono nulla se al comando di una zattera, di una nave, di un paese c'è un idiota privo di buonsenso.
Ecco come l'immane potenza tecnologica annichilisce per contrappasso davanti ad una stupida pietra se, chi la gestisce, non rispetta semplici limpidissime regole.
In Italia si proclama eroe chi fa il proprio dovere, in maniera oltretutto non pericolsa nello specifico.
Fare il proprio dovere in Italia al giorno d'oggi rimane un pregio profondo che se diffuso ci renderebbe incredibilmente migliore, ma l'Eroe è colui che rischia qualcosa della propria esistenza oltre l'ordinario.
E poi c'è una cosa che proprio non mi torna.
Dei 52 viaggi l'anno, la capitaneria di porto aveva sempre avvallato quella rotta sciagurata in maniera informale magari per godere del folclore di quella fortezza galeggiante? E ancora, una nave di quella stazza la pilota uno solo? Sarò influenzato dalla filmografia probabilmente astorica dei film sui sottomarini, ma siamo sicuri che l'equipaggio in cabina di comando abbia usato tutti gli strumenti possibili per far cambiare idea al comandante o è stato semplicemente un "eseguivo semplicemente gli ordini, quindi non sono colpevole?"(vedasi SS a Normiberga.)
di Marco Bracconi, Repubblica.it
Se un ufficiale fa semplicemente il suo lavoro dando ordini a un capitano vigliacchetto, diventa un mito nazionale. Se un bravo professore diventa presidente del Consiglio dopo Berlusconi è subito un genio della politica. Se un amministratore non ruba lo si porta a modello per i giovani.
Quando la normalità è un horror generalizzato, o al massimo una commedia di serie B, basta poco per diventare eroi. Ed è così che la realtà culturale di un Paese diventa una fiction senza capo né coda.
Se è ancora vero che è beato quel paese che non ha bisogno di eroi, allora è ancora più vero che è disperato il paese che gli eroi se li inventa, anche dove eroi non ce ne sono affatto.
LA FOTOGRAFIA - De Falco, Troppo facile chiamarlo eroe
300 mila anni di evoluzione dell'uomo, migliaia di anni di evoluzioni nelle strutture sociali organizzative, almeno 100 anni di purissima tecnologia non possono nulla se al comando di una zattera, di una nave, di un paese c'è un idiota privo di buonsenso.
Ecco come l'immane potenza tecnologica annichilisce per contrappasso davanti ad una stupida pietra se, chi la gestisce, non rispetta semplici limpidissime regole.
"L'Italia è piena di comandanti Schettino, persone incapaci che senza alcun merito risiedono nei posti di comando." (M.Crozza)
In Italia si proclama eroe chi fa il proprio dovere, in maniera oltretutto non pericolsa nello specifico.
Fare il proprio dovere in Italia al giorno d'oggi rimane un pregio profondo che se diffuso ci renderebbe incredibilmente migliore, ma l'Eroe è colui che rischia qualcosa della propria esistenza oltre l'ordinario.
E poi c'è una cosa che proprio non mi torna.
Dei 52 viaggi l'anno, la capitaneria di porto aveva sempre avvallato quella rotta sciagurata in maniera informale magari per godere del folclore di quella fortezza galeggiante? E ancora, una nave di quella stazza la pilota uno solo? Sarò influenzato dalla filmografia probabilmente astorica dei film sui sottomarini, ma siamo sicuri che l'equipaggio in cabina di comando abbia usato tutti gli strumenti possibili per far cambiare idea al comandante o è stato semplicemente un "eseguivo semplicemente gli ordini, quindi non sono colpevole?"(vedasi SS a Normiberga.)
di Marco Bracconi, Repubblica.it
Se un ufficiale fa semplicemente il suo lavoro dando ordini a un capitano vigliacchetto, diventa un mito nazionale. Se un bravo professore diventa presidente del Consiglio dopo Berlusconi è subito un genio della politica. Se un amministratore non ruba lo si porta a modello per i giovani.
Quando la normalità è un horror generalizzato, o al massimo una commedia di serie B, basta poco per diventare eroi. Ed è così che la realtà culturale di un Paese diventa una fiction senza capo né coda.
Se è ancora vero che è beato quel paese che non ha bisogno di eroi, allora è ancora più vero che è disperato il paese che gli eroi se li inventa, anche dove eroi non ce ne sono affatto.
LA FOTOGRAFIA - De Falco, Troppo facile chiamarlo eroe
sabato 14 gennaio 2012
Agenzie di Rating
Di fatto i mercati, hanno risposto tiepidamente al teorico panico che avrebbe dovuto scatenare il declassamento di alcuni paesi della zona euro e secondo me non sarà un lunedì nero; il fatto che c' abbian tolto 2 posizioni comporterà un netto calo della loro credibilità. Ieri al sole 24 ore erano inferociti, non per il giudizio ma per il ritardo con cui è arrivato e in che momento.
Credo sia una buona opportunità perché il mercato cominci a fottersene, già che la spagna ieri ha avuto il miglior piazzamento di titoli di stato da un po' di tempo a questa parte.
Detto questo sono indicazioni, non vanno demonizzati ma il mercato avrebbe l'obbligo di fottersene come del resto è successo quando gli USA persero la tripla A e nonostante questo i rendimenti dei titoli di stato continuarono a scendere...
- non valutano le azioni politiche degli ultimi mesi (e allora perché non c'hanno declassato a settembre che aveva più senso?)
- il terrorismo che creano con frasi in stile twitter e gli adeguamenti del rating avvengono SEMPRE quando l'europa si sta riprendendo
- hanno dei conflitti di interessi enormi con le banche
- parmalat e lehman brothers quando son fallite erano AAA+
- la Spagna ieri ha avuto un'ottima giornata per la sua collocazione di titoli di stato e si è vista bacchettata.Qual'è il senso?
Credo sia una buona opportunità perché il mercato cominci a fottersene, già che la spagna ieri ha avuto il miglior piazzamento di titoli di stato da un po' di tempo a questa parte.
Detto questo sono indicazioni, non vanno demonizzati ma il mercato avrebbe l'obbligo di fottersene come del resto è successo quando gli USA persero la tripla A e nonostante questo i rendimenti dei titoli di stato continuarono a scendere...
venerdì 13 gennaio 2012
Ma voi perché non ascoltate Radio Padania?
Perché tentare di esprimiere una opinione quando potete farvi insultare gratuitamente?
giovedì 12 gennaio 2012
Roma - itinerari - 4 giorni
Roma è una città incredibilmente ricca di cose da vedere, ma per riuscire a vederla tutta in pochi giorni bisogna sapere esattamente dove andare, anche perché è forse la capitale d'europa col peggior servizio di trasporti pubblici. 2 linee di metro e un'estensione ridicola, obbligano ad usare gli autobus. Si ma quali? Lasciate stare le introvabili mappe degli autobus, aggiungete questo sito ai preferiti del vostro smartphone: Calcola percorso - ATAC.
Basta digitare dove vi trovate e dove volete andare e vi restituirà gli autobus e le metro da prendere e dove cambiare. Questo sito è fondamentale per muoversi.
Assieme a GPS e GoogleMaps ecco gli itinerari infallibili, tenete conto che ogni itinerario parte solitamente da una stazione di metropolitana..
In fondo al post (o qui) trovate la mappa dettagliata, gli itinerari son colorati, in verde i luoghi da vedere sia di giorno che di notte.
GIORNO 0 - ITINERARIO VIOLA: se arrivate in auto, specialmente se da Nord, il consiglio è di fare tappa al parco dei Mostri di Bomarzo.
GIORNO 1 - ITINERARIO BLU: si parte da Barberini Fontana di Trevi, si pranza in zona Campo dei Fiori piena di ristoranti e paninari e nel pomeriggio si arriva fino all' isola tiburtina e da lì fino ai Fori e al Colosseo (se volete visitarli prenotateli online) seguendo l'itinerario. Se vedete Musei, mostre alle quali potreste essere interessati, segnatele ma non visitatele adesso.
In serata cena e giretto a Trastevere, per cominciare e spendere poco consiglio Pizzeria da Nerone.
GIORNO 2 - ITINERARIO ROSSO: prima di partire prenotate qui per i musei vaticani e la cappella sistina, eviterete una terribile coda che vale 4€ di prevendita. I musei Vaticani sono enormi e ci si arriva dalle fermate di metro Cipro (più vicina) e Ottaviano (più comoda se non avete il GPS o non conoscete le strade). Decretata la magnificenza di S.Pietro potete mangiare nei pressi di Ottaviano, queste strade sono stipate di ristoranti cheap, anche McDonald e Burgher King a chi mai interessasse.
Poi proseguite a piedi o in autobus, fino a Castel S.Angelo e da lì copletate a piedi la seconda parte dell'itinerario fino a Piazza di Spagna.Via del Corso è piena di negozi, sia mai che vogliate fare shopping sfrenato.
In serata Fontana di Trevi, Vittoriale e Colosseo. Scegliete gli autobus giusti e li vedrete tutti con un solo biglietto.
GIORNO 3 - ITINERARIO AZZURRO: se tutto è andato secondo i piani oggi sarete abbastanza stanchi, partite da piazza dell'opera e arrivate fino a S. Giovanni. Se è brutto tempo o siete già provati nel pomeriggio visitate mostre o musei che vi siete segnati nei primi due giorni, se invece siete carichi ripredete la metro e scendete a Piazza del Popolo. Col sole un giretto a villa Borghese senza nessuna ansia da monumento è il top.
In serata giretto tranquillo a Castel S.Angelo e a piazza S. Pietro in notturna.
GIORNO 4 - ITINERARIO ARANCIONE+GIALLO: partite dal Circo Massimo e arrivate sino al Gianicolo.Se siete stanchi e avete già visto trastevere prendete un autobus appena passato il tevere perché sarà una bella scarpinata in salita. Non dimenticate il tempietto del Bramante però. Nel pomeriggio Villa Borghese se non l'avete fatta ieri o un ultimo museo o, se avete l'auto, itinerario giallo ma attenti a che ora tramonta il sole. Se siete ancora in macchina andate pure al gianicolo per vedere tutta Roma al buio.
GIORNO 5 - ITINERARIO VIOLA: se potete visitate villa Adriana perché è incredibile e si trova a Tivoli.(mezz'ora scarsa da Roma, attenti che GMaps vi dà un indirizzo sbagliato, quello giusto è nella mia mappa)
Se mai abitaste nei pressi di piazza Bologna andate a l'Oste de Coste ristorantino nuovissimo davvero molto valido e per nulla caro.
Detto questo, seule Paris est digne de Rome, solo Roma è degna di Parigi.
Visualizza Itinerario roma in una mappa di dimensioni maggiori
Basta digitare dove vi trovate e dove volete andare e vi restituirà gli autobus e le metro da prendere e dove cambiare. Questo sito è fondamentale per muoversi.
Assieme a GPS e GoogleMaps ecco gli itinerari infallibili, tenete conto che ogni itinerario parte solitamente da una stazione di metropolitana..
In fondo al post (o qui) trovate la mappa dettagliata, gli itinerari son colorati, in verde i luoghi da vedere sia di giorno che di notte.
GIORNO 0 - ITINERARIO VIOLA: se arrivate in auto, specialmente se da Nord, il consiglio è di fare tappa al parco dei Mostri di Bomarzo.
Tartaruga - Parco dei mostri di Bomarzo |
In serata cena e giretto a Trastevere, per cominciare e spendere poco consiglio Pizzeria da Nerone.
Colosseo (di sera lo vedrete il giorno 2) |
GIORNO 2 - ITINERARIO ROSSO: prima di partire prenotate qui per i musei vaticani e la cappella sistina, eviterete una terribile coda che vale 4€ di prevendita. I musei Vaticani sono enormi e ci si arriva dalle fermate di metro Cipro (più vicina) e Ottaviano (più comoda se non avete il GPS o non conoscete le strade). Decretata la magnificenza di S.Pietro potete mangiare nei pressi di Ottaviano, queste strade sono stipate di ristoranti cheap, anche McDonald e Burgher King a chi mai interessasse.
Poi proseguite a piedi o in autobus, fino a Castel S.Angelo e da lì copletate a piedi la seconda parte dell'itinerario fino a Piazza di Spagna.Via del Corso è piena di negozi, sia mai che vogliate fare shopping sfrenato.
In serata Fontana di Trevi, Vittoriale e Colosseo. Scegliete gli autobus giusti e li vedrete tutti con un solo biglietto.
Piazza S.Pietro |
In serata giretto tranquillo a Castel S.Angelo e a piazza S. Pietro in notturna.
particolare in S.Maria Maggiore |
Altare della Patria |
GIORNO 5 - ITINERARIO VIOLA: se potete visitate villa Adriana perché è incredibile e si trova a Tivoli.(mezz'ora scarsa da Roma, attenti che GMaps vi dà un indirizzo sbagliato, quello giusto è nella mia mappa)
Villa Adriana |
Se mai abitaste nei pressi di piazza Bologna andate a l'Oste de Coste ristorantino nuovissimo davvero molto valido e per nulla caro.
Detto questo, seule Paris est digne de Rome, solo Roma è degna di Parigi.
Visualizza Itinerario roma in una mappa di dimensioni maggiori
martedì 10 gennaio 2012
Arte o Fragolari?
UPDATED :
dopo la discussione di sabato sera ecco le mie opinioni a riguardo.
da Wikipedia:
L'arte, nel suo significato più ampio, comprende ogni attività umana - svolta singolarmente o collettivamente - che porta a forme creative di espressione estetica, poggiando su accorgimenti tecnici, abilità innate e norme comportamentali derivanti dallo studio e dall'esperienza. Nella sua accezione odierna, l'arte è strettamente connessa alla capacità di trasmettere emozioni, per cui le espressioni artistiche, pur puntando a trasmettere "messaggi", non costituiscono un vero e proprio linguaggio, in quanto non hanno un codice inequivocabile condiviso tra tutti i fruitori, ma al contrario vengono interpretate soggettivamente. Alcuni filosofi e studiosi di semantica sostengono però che esista un linguaggio oggettivo che prescinda dalle epoche e dagli stili e che dovrebbe essere codificato per poter essere compreso da tutti, pur se gli sforzi per dimostrare questa affermazione sono finora stati infruttuosi.
[...]Analizzando la storia del concetto di arte vediamo che nel corso del tempo esso subisce una trasformazione graduale ma radicale[...]
Dizionario: àrte ['arte]
Ora, l'ambiguità del termine suscita questioni filosofiche, semantiche, di estetica...
alcune cose non mi tornano.
premessa:
Markus non legge questo blog e se anche fosse non sto rivelando nulla di particolare.
Qualche giorno dopo un suo concerto, in una delle nostre serate a 3, Markus ci disse che c'era rimasto male perché in anni che lo conosciamo mai gli abbiamo fatto i complimenti "per come suonava", tantomeno in quell'ultimo concerto.
Io gli spiegai che gli avevo fatto molti complimenti per cosa avesse suonato.
Ripensandoci ora, la distinzione per l'artista è netta.
In maniera del tutto partecipe ed emotiva ci spiegò cosa avesse suonato, descrivendoci le angosce del compositore in vari passaggi del concerto ed era convinto che (aggiungo io, con quel mix di sensibilità, tecnica, talento) tutto quanto di profondo lui sentisse arrivasse dritto nei cuori di chi ascoltasse in platea.
Era questo, che secondo lui, sanciva la differenza tra lui e un altro, tra un sensibilissimo talento e un robottino violinista.
Purtroppo per lui, nonostante i delicati modi di P. (e per fortuna che parlò lui) cercammo di fargli capire, molto, molto, molto alla lontana, che lo spettatore medio in platea percepisce il violinsta, le uscite verdi di sicurezza, e ha la tendenza a chiedersi perché al cinema siano consentiti i popcorn e a teatro no.
Tentammo di spiegargli che, secondo la cultura media, uno stradivari stampato in copertina a fianco del suo nome gli avrebbe sicuramente dato più prestigio e fama di quanta mai ne potesse raggiungere tramite i meriti.
Completamente tramortito nonostante le birre per mitigare la sofferenza, se ne andò a casa moribondo, soprattutto dopo che gli dissi "io adoro il concerto di capodanno", cosa che probabilmente lui considera al pari de i soldatini passano per un pianista.
Che amici siamo?
Dobbiamo dirglielo che è molto se riusciamo a valutare la differenza tra un cross e un pallonetto? Dobbiamo dirglielo che la nostra capacità analitica della sua esecuzione rispetto ad un altro non è 1 o 2 o 3 ma è ZERO ?? (non andando, giustamente, mai a sentire nessuno tranne lui!)
Dobbiamo dirglielo che per un profano non frequentante, tutti i concerti di cui non si conosce nulla, appaiono del tutto uguali nei ricordi ? come se fosse una musica di sottofondo all'aperitivo che non lascia molto?
Dobbiamo dirlo che su 100 persone in platea 20 sono lì perché competenti e interessate, 30 per far qualcosa di diverso, 30 per promozione sociale, 10 perché hanno avuto i biglietti gratis e 20 almeno si addormenteranno durante il concerto?
e inoltre:
Sarà un bel sabato sera...
dopo la discussione di sabato sera ecco le mie opinioni a riguardo.
- parlare del significato del significante "Arte" non ha senso. E' un significato troppo vasto, non ci sono criteri condivisi per stabilire cosa sia Arte e cosa non lo sia. Scardinati i metodi stabiliti per la produzione di arte non esiste un solo oggetto, idea, forma di comunicazione che potenzialmente non possa essere arte se collocato in un museo o in una galleria.
- tutto ciò che è artistico non è paragonabile a meno che in fase di produzione non si siano rispettati codici\strumenti quantomeno simili. Paragonare la Cappella Sistina agli assorbenti di Gina Pane non è sbagliato, semplicemente non ha senso visto il punto numero 1. Se si tentasse una comparazione la restituzione dell'analisi avrebbe assoluti limiti di efficacia e di oggettività non essendoci appunto "regole". Si può invece ragionare in termini statitistici e\o soggettivi sugli impatti che l'opera ha avuto.
- L'arte contemporanea è per la maggior parte autoreferenziale ma non elitaria. Per la maggior parte molto poco fruibile ma gli strumenti per comprenderla sono accessibili a tutti.
- L'esplosione della produzione (+mezzi, 0 regole) ha portato molta più Arte che mai. Nonostante questo musei, gallerie, siti web specializzati istituzionalizzano cosa realmente è Arte creando in base alla loro importanza e al numero di visitatori, Arte di serie A e serie B.
- I percorsi concettuali contemporanei (i pochi che conosco) mi convincono personalmente molto poco, soprattutto in funzione della potenza del marketing. Il dubbio di esser preso per il culo da un profondissimo pensiero come quello nascondista rimane in me molto forte.
- Il fattore novità nell'arte contemporanea non è tutto ma quasi, perché non innovare significa ammettere "quello lo so fare anch'io" (a proposito, probabilmente è un'eccezione come in tutti i campi dell'umanità, ma far morire un cane è più frutto di un percorso concettuale o è marketing totale?)
da Wikipedia:
L'arte, nel suo significato più ampio, comprende ogni attività umana - svolta singolarmente o collettivamente - che porta a forme creative di espressione estetica, poggiando su accorgimenti tecnici, abilità innate e norme comportamentali derivanti dallo studio e dall'esperienza. Nella sua accezione odierna, l'arte è strettamente connessa alla capacità di trasmettere emozioni, per cui le espressioni artistiche, pur puntando a trasmettere "messaggi", non costituiscono un vero e proprio linguaggio, in quanto non hanno un codice inequivocabile condiviso tra tutti i fruitori, ma al contrario vengono interpretate soggettivamente. Alcuni filosofi e studiosi di semantica sostengono però che esista un linguaggio oggettivo che prescinda dalle epoche e dagli stili e che dovrebbe essere codificato per poter essere compreso da tutti, pur se gli sforzi per dimostrare questa affermazione sono finora stati infruttuosi.
[...]Analizzando la storia del concetto di arte vediamo che nel corso del tempo esso subisce una trasformazione graduale ma radicale[...]
Dizionario: àrte ['arte]
- attività umana volta a creare opere di valore estetico
- ogni attività umana che si compia con l'ingegno e secondo regole dettate dall'esperienza e dallo studio
- nel Medioevo, corporazione professionale
- artificio, astuzia, mezzo ingegnoso per raggiungere uno scopo
Teomondo Scrofolo |
Ora, l'ambiguità del termine suscita questioni filosofiche, semantiche, di estetica...
alcune cose non mi tornano.
- Qualsiasi forma di comunicazione è potenzialmente arte? E sennò in base a che cosa lo è o non lo è?
- Che senso ha la parola "Arte"? cosa significa? se una parola è così vaga e con un significato così diluito e dalle differenti interpretazioni cos'è realmente Arte? se le parole hanno il senso di oggettivare la realtà, nei limiti delle traduzioni, il mio concetto di Arte non dovrebbe essere quantomeno simile a quello del più povero cinese nella campagna? esiste un piano di giudizio, un determinismo condiviso a livello globale per caraterizzare un'opera artistica e stabilire, seppur in maniera del tutto generica, cosa è arte e cosa non lo è?
Scatto partito a caso |
- Se l'opera è in un museo o in uno spazio espositivo è obbligatoriamente Arte? e se non lo è?
- Esiste l'Arte di serie A o di serie B? Se si, chi è che lo stabilisce e in base a quali criteri? Un quadro al Pompidou vale più dello stesso quadro in un bar di via d'azeglio? [questa l'unica che so quindi rispondo.commercialmente si...] E' più artistico? E' sensato non avere un termine per definire in un'altra categoria dei Mutandari, Fragolari, Spaccolanana?
Une semaine de mon sang menstruel - L'esposizione di 7 assorbenti mestruali usati, Gina Pane, riflessioni concettuali sul corpo, dolore, sangue... |
- La Cappella Sistina, Une semaine de mon sang menstruel, le foto di Terry Richarson mentre si fa fare un pompino, le foto di Planking di Raffa, le foto involontariamente partitemi a macchina ciondolante hanno o non hanno, le caratteristiche essenziali per essere definite Arte? Perché? Sono sullo stesso livello? E sennò, in che cosa differiscono?
- L'Arte può essere universale? Al di là delle metodologie del gusto per la produzione, un Giapponese, un Italiano e un Iracheno pur derivando da contesti culturali totalmente differenti e pur non avendo gli stessi strumenti culturali possono conocordare, magari senza saperlo spiegare, sulla magnificenza dell'ultima cena di Leonardo?
Giudizio Universale , particolare cappella sistina |
premessa:
Markus non legge questo blog e se anche fosse non sto rivelando nulla di particolare.
Qualche giorno dopo un suo concerto, in una delle nostre serate a 3, Markus ci disse che c'era rimasto male perché in anni che lo conosciamo mai gli abbiamo fatto i complimenti "per come suonava", tantomeno in quell'ultimo concerto.
Io gli spiegai che gli avevo fatto molti complimenti per cosa avesse suonato.
Ripensandoci ora, la distinzione per l'artista è netta.
In maniera del tutto partecipe ed emotiva ci spiegò cosa avesse suonato, descrivendoci le angosce del compositore in vari passaggi del concerto ed era convinto che (aggiungo io, con quel mix di sensibilità, tecnica, talento) tutto quanto di profondo lui sentisse arrivasse dritto nei cuori di chi ascoltasse in platea.
Era questo, che secondo lui, sanciva la differenza tra lui e un altro, tra un sensibilissimo talento e un robottino violinista.
Purtroppo per lui, nonostante i delicati modi di P. (e per fortuna che parlò lui) cercammo di fargli capire, molto, molto, molto alla lontana, che lo spettatore medio in platea percepisce il violinsta, le uscite verdi di sicurezza, e ha la tendenza a chiedersi perché al cinema siano consentiti i popcorn e a teatro no.
Tentammo di spiegargli che, secondo la cultura media, uno stradivari stampato in copertina a fianco del suo nome gli avrebbe sicuramente dato più prestigio e fama di quanta mai ne potesse raggiungere tramite i meriti.
Completamente tramortito nonostante le birre per mitigare la sofferenza, se ne andò a casa moribondo, soprattutto dopo che gli dissi "io adoro il concerto di capodanno", cosa che probabilmente lui considera al pari de i soldatini passano per un pianista.
Che amici siamo?
Dobbiamo dirglielo che è molto se riusciamo a valutare la differenza tra un cross e un pallonetto? Dobbiamo dirglielo che la nostra capacità analitica della sua esecuzione rispetto ad un altro non è 1 o 2 o 3 ma è ZERO ?? (non andando, giustamente, mai a sentire nessuno tranne lui!)
Dobbiamo dirglielo che per un profano non frequentante, tutti i concerti di cui non si conosce nulla, appaiono del tutto uguali nei ricordi ? come se fosse una musica di sottofondo all'aperitivo che non lascia molto?
Dobbiamo dirlo che su 100 persone in platea 20 sono lì perché competenti e interessate, 30 per far qualcosa di diverso, 30 per promozione sociale, 10 perché hanno avuto i biglietti gratis e 20 almeno si addormenteranno durante il concerto?
e inoltre:
- Gli artisti producono pensando che qualcuno li comprenda? e in che percentuale? Producono per tutti? o per vendere e farsi un nome in galleria? E' una elite quella degli artisti, unici ad avere gli strumenti per produrre e comprendere?In base a quali canoni producono?
Sarà un bel sabato sera...
domenica 1 gennaio 2012
Botti
Ieri sera come ogni anno molte feste son finite in tragedia, arrivando ovviamente anche a incredibili casi limite.
L'AIDAA, associazione italiana difesa animali e ambiente e\o i giornalisti, in maniera più o meno strumentale (vedi petizione) o ingenua (non ho gli strumenti per sancirlo) hanno diffuso una notizia che se falsa non è, certamente pone più di un dubbio sulla sua autenticità. 5.000 animali morti all'anno a causa dei botti, l'1 gennaio viene diramato dalla stessa associazione il dato di 237 animali (tra cani e gatti) morti contro i 500 dell'anno precedente.
M.Razzi, su repubblica, paragona nel suo articolo i botti alle sigarette, entrambi fanno male ma le sigarette creano dipendenze chimiche, i botti hanno solo ragioni di tradizione e cultura, pertanto, secondo lui, andrebbero aboliti.
Ora, fare finta che i condizionamenti culturali e di tradizione siano più deboli di condizionamenti chimici è di una incapacità analitica totale e sinceramente non credo serva fare una lista di tutti quegli atteggiamenti controproducenti e irrazionali frutto di tradizioni e culture.(infibulazione, religioni, etc)
Ma non è questo che mi interessa, perché non è neanche vero o corretto considerare una tendenza culturale come immutabile, saremo ancora all'età della pietra se questo paradigma funzionasse.
La vera domanda è: quali sono le cause dei morti e delle mani spappolate a causa dei botti?
Risposta facile, i botti, si dirà.
E invece temo che come sempre sia la stupidità endemica a creare tragedie, e questo apre un terribile oggetto di dibattito.
Fino a che punto ed in che modo uno stato deve controllare i propri cittadini prevenendo atteggiamenti controproducenti, autolesionistici, irrazionali, o lesivi dello stato stesso?
Qual' è il fulcro attorno al quale vogliamo che le decisioni vengano prese?
"massimizzazione della felicità degli esseri senzienti[...] in grado di provare soggettivamente dolore e piacere?[...]"
Aboliamo i botti perché uccidono gli esseri umani, uccidono e spaventano gli animali.
Aboliamo le sigarette perché hanno costi in termini di welfare altissimi.
Aboliamo l'alchol perché ha costi in termini di welfare e vittime della strada altissime.
Aboliamo l'uso della cosmesi che preveda il test su animali da laboratorio.
Aboliamo l'uso delle pellicce.
Aboliamo le persone carnivore perché in termini di risorse naturali e di vite animali creano danni mille volte superiori rispetto ad un vegetariano.
Per quanto si potrebbe continuare? Io non voglio vivere in una società utilitarista.
Non voglio vivere in una società che si crede consapevole di cosa è giusto per me, che ignori l'individuo per la massa, che tenti di preservare la mia vita e quella del mio cane in tutti i modi.
La società deve proibire i botti senza certificazione di sicurezza, stabilire delle zone free del centro storico dove chi odia o ha paura dei petardi deve avere il diritto di camminare liberamente potendo festeggiare senza la paura di esplosioni, promuovere la cultura della sensibilità nei confronti degli animali e dei loro padroni, promuovere la cultura della sicurezza.
Il proibizionismo, non è mai stato una risposta efficace a nulla e credere di poter cambiare culture così radicate con un'ordinanza è un'utopia che può solo portare al peggior bilancio degli ultimi 10 anni.
Sapere che la stupidità umana ha una serie incredibile di strumenti per farsi del male crea frustrazione, ma non è un motivo valido per privare tutti di libertà più o meno fondamentali.
L'AIDAA, associazione italiana difesa animali e ambiente e\o i giornalisti, in maniera più o meno strumentale (vedi petizione) o ingenua (non ho gli strumenti per sancirlo) hanno diffuso una notizia che se falsa non è, certamente pone più di un dubbio sulla sua autenticità. 5.000 animali morti all'anno a causa dei botti, l'1 gennaio viene diramato dalla stessa associazione il dato di 237 animali (tra cani e gatti) morti contro i 500 dell'anno precedente.
M.Razzi, su repubblica, paragona nel suo articolo i botti alle sigarette, entrambi fanno male ma le sigarette creano dipendenze chimiche, i botti hanno solo ragioni di tradizione e cultura, pertanto, secondo lui, andrebbero aboliti.
Ora, fare finta che i condizionamenti culturali e di tradizione siano più deboli di condizionamenti chimici è di una incapacità analitica totale e sinceramente non credo serva fare una lista di tutti quegli atteggiamenti controproducenti e irrazionali frutto di tradizioni e culture.(infibulazione, religioni, etc)
Ma non è questo che mi interessa, perché non è neanche vero o corretto considerare una tendenza culturale come immutabile, saremo ancora all'età della pietra se questo paradigma funzionasse.
La vera domanda è: quali sono le cause dei morti e delle mani spappolate a causa dei botti?
Risposta facile, i botti, si dirà.
E invece temo che come sempre sia la stupidità endemica a creare tragedie, e questo apre un terribile oggetto di dibattito.
Fino a che punto ed in che modo uno stato deve controllare i propri cittadini prevenendo atteggiamenti controproducenti, autolesionistici, irrazionali, o lesivi dello stato stesso?
Qual' è il fulcro attorno al quale vogliamo che le decisioni vengano prese?
"massimizzazione della felicità degli esseri senzienti[...] in grado di provare soggettivamente dolore e piacere?[...]"
Aboliamo i botti perché uccidono gli esseri umani, uccidono e spaventano gli animali.
Aboliamo le sigarette perché hanno costi in termini di welfare altissimi.
Aboliamo l'alchol perché ha costi in termini di welfare e vittime della strada altissime.
Aboliamo l'uso della cosmesi che preveda il test su animali da laboratorio.
Aboliamo l'uso delle pellicce.
Aboliamo le persone carnivore perché in termini di risorse naturali e di vite animali creano danni mille volte superiori rispetto ad un vegetariano.
Per quanto si potrebbe continuare? Io non voglio vivere in una società utilitarista.
Non voglio vivere in una società che si crede consapevole di cosa è giusto per me, che ignori l'individuo per la massa, che tenti di preservare la mia vita e quella del mio cane in tutti i modi.
La società deve proibire i botti senza certificazione di sicurezza, stabilire delle zone free del centro storico dove chi odia o ha paura dei petardi deve avere il diritto di camminare liberamente potendo festeggiare senza la paura di esplosioni, promuovere la cultura della sensibilità nei confronti degli animali e dei loro padroni, promuovere la cultura della sicurezza.
Il proibizionismo, non è mai stato una risposta efficace a nulla e credere di poter cambiare culture così radicate con un'ordinanza è un'utopia che può solo portare al peggior bilancio degli ultimi 10 anni.
Sapere che la stupidità umana ha una serie incredibile di strumenti per farsi del male crea frustrazione, ma non è un motivo valido per privare tutti di libertà più o meno fondamentali.
Iscriviti a:
Post (Atom)