300 mila anni di evoluzione dell'uomo, migliaia di anni di evoluzioni nelle strutture sociali organizzative, almeno 100 anni di purissima tecnologia non possono nulla se al comando di una zattera, di una nave, di un paese c'è un idiota privo di buonsenso.
Ecco come l'immane potenza tecnologica annichilisce per contrappasso davanti ad una stupida pietra se, chi la gestisce, non rispetta semplici limpidissime regole.
In Italia si proclama eroe chi fa il proprio dovere, in maniera oltretutto non pericolsa nello specifico.
Fare il proprio dovere in Italia al giorno d'oggi rimane un pregio profondo che se diffuso ci renderebbe incredibilmente migliore, ma l'Eroe è colui che rischia qualcosa della propria esistenza oltre l'ordinario.
E poi c'è una cosa che proprio non mi torna.
Dei 52 viaggi l'anno, la capitaneria di porto aveva sempre avvallato quella rotta sciagurata in maniera informale magari per godere del folclore di quella fortezza galeggiante? E ancora, una nave di quella stazza la pilota uno solo? Sarò influenzato dalla filmografia probabilmente astorica dei film sui sottomarini, ma siamo sicuri che l'equipaggio in cabina di comando abbia usato tutti gli strumenti possibili per far cambiare idea al comandante o è stato semplicemente un "eseguivo semplicemente gli ordini, quindi non sono colpevole?"(vedasi SS a Normiberga.)
di Marco Bracconi, Repubblica.it
Se un ufficiale fa semplicemente il suo lavoro dando ordini a un capitano vigliacchetto, diventa un mito nazionale. Se un bravo professore diventa presidente del Consiglio dopo Berlusconi è subito un genio della politica. Se un amministratore non ruba lo si porta a modello per i giovani.
Quando la normalità è un horror generalizzato, o al massimo una commedia di serie B, basta poco per diventare eroi. Ed è così che la realtà culturale di un Paese diventa una fiction senza capo né coda.
Se è ancora vero che è beato quel paese che non ha bisogno di eroi, allora è ancora più vero che è disperato il paese che gli eroi se li inventa, anche dove eroi non ce ne sono affatto.
LA FOTOGRAFIA - De Falco, Troppo facile chiamarlo eroe
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