venerdì 20 luglio 2012

Sara Tommasi porno: ovvero circonvenzione di incapaci

UPDATE SULLO STATO DI SALUTE DI SARA:




Due recensioni da ombrellone qui e qui.

Lo slow motion nel porno non si usa più dagli anni 90.
Non dico sbiancarlo, ma almeno depilarlo.
Non dico godere,ma almeno fingere, è un porno!
Contrariamente a quanto si pensi la storia in un porno serve a immedesimarsi in un fatto improbabile al 99% ma non impossibile.Un minimo di cura cazzo.
E'un pompino, non una frenulectomia.
Quando il macho guarda in camera con aria disperata ti viene da chiederti se davvero quello sia un film il cui scopo sia eccitarti. Scimmia al montaggio?
La parola "ano" non si è mai sentita nel porno. Passi l'asshole (già poco usato) nei film americani, ma l'effetto in italiano è devastante.
Quando si fa un cunnilingus non si gratta la pancia di chi riceve le nostre servigia.
Lo sguardo perso, quasi sofferente, denota solo che questo terribile porno, forse il peggiore mai visto in vita mia (e ne ho visti!) sia pura circovenzione di incapaci incapaci.
Povera Sara, grande pena, qualcuno l'aiuti!


1 commento:

  1. Sara Tommasi: Il dissequestro del sito di questo individuo a nome De Vincenzo prescinde dal sequestro del secondo film, che resta sequestrato. Il fatto che sul suo sito si continui a vendere il primo film dipende solo dalla circostanza che le denunzie presentate da mia madre e da Gino Marra alla Procura di Roma (che peraltro non è competente per territorio, ma dove era già in corso un'indagine che lo riguarda) non hanno causato fin qui l'assunzione di provvedimenti da parte della procura di Roma, e io non ho ancora presentato personalmente la denunzia (per il primo film) alla procura di Milano, competente per territorio. La decisione di differire la mia denunzia a Milano, così come quella in Florida (sulla quale forse ora torneremo) è legata sia all'intento di attendere gli esiti della denunzia a Salerno, e sia al fatto che le denunzie presentate a Roma da Gino Marra e da mia madre sono, a giudizio di Gino Marra e dell'avv. Saverio Campana, penalista amico e consulente di Gino, sufficienti a causare i richiesti provvedimenti (sequestro del film e punizione dei rei, e innanzitutto di De Vincenzo, per i reati di somministrazione di sostanze stupefacenti allo scopo di aggravare/causare la mia condizione di incapacità, violenza sessuale ecc.). Quanto alle foto che De Vincenzo sta facendo circolare in internet affermando che «Il calendario del 2013 non era solo una scusa per attrarla nella location dove è stato girato il tanto discusso film» (fonte: La Voce di Italia, sito solidale a questo figuro), da un lato, quella affermazione, se sua, costituisce un'ammissione del fatto che, oltre ad avermi sequestrata, dograta, fatta violentare ecc., mi ha appunto indotto a seguirlo dicendo che avrei dovuto fare un calendario per beneficenza (spero che i terremotati dell'Emilia restituiscano con orrore a costui i proventi dei suoi crimini, sempre che glieli offra), e non un film porno, e dall'altro testimonia una stupefacente pervicacia. A prescindere, infatti, che le foto di un calendario dovrebbero essere 12, quelle 5 foto sono state scattate nella stessa occasione in cui è stato girato il film sequestrato, per cui, anche se a me è sfuggito di chiederne il sequestro e il magistrato che lo ha disposto non ne era dunque al corrente, è ovvio che sono anch'esse parte dell'azione criminosa svolta da De Vincenzo e Matera in mio danno. Foto delle quali, comunque, chiederò ora il sequestro. Non voglio perdere l'occasione per sottolineare che è sconcertante l'accanimento di alcuni 'siti canaglia' nei miei confronti pur essendo ormai notorio per una serie di fin troppo ovvi e palesi motivi che De Vincenzo ha sfruttato la mia temporanea patologia psichiatrica per drogarmi e commettere su di me dei reati. Faccio osservare che, oltretutto, se avessi mai voluto realmente girare, da una posizione di vera consapevolezza, dei film porno, non mi sarei rivolta a dei personaggi così equivoci, oltre che marginali, e non lo avrei fatto per delle somme di poche migliaia di euro che non mi sono state date per pagarmi, ma solo per mettermi in mano dei soldi allo scopo di far apparire di avermi pagato, pur essendo io in condizioni mentali tali da non essere in grado di rivendicare alcunché. Conto che la giustizia faccia il suo corso. Aggiungo però che, sono piacevolmente sorpresa e anzi felice della solerzia della Procura di Salerno, ma a mio avviso il fatto che individui come De Vincenzo e Matera possano compiere crimini simili e trovare persino chi in Internet gli è solidale è solo frutto del modo in cui funziona la giustizia in Italia.
    10.1.13
    Sara Tommasi

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