Dopo 20 anni si attua per via di decreto finanziario la riforma delle pensioni.
Nessuno prima d'ora aveva trovato il coraggio di fare o dire nulla, è servita la più grande crisi economica dal dopoguerra e la minaccia di un default continentale per prendere provvedimenti discutibili ma che certamente sanciscono una tendenza inevitabile: solo chi paga verrà ripagato.
Sarà il tempo a dirci qualcosa sulla reale bontà della manovra, sicuramente adesso si può già dire che i mercati sono stati convinti dalla credibilità di Monti e che la manovra avrebbe potuto essere più equa e più mirata allo sviluppo e alla crescita.
Ma.
La ricetta magica non esiste e se anche esistesse e Monti la sapesse, non avrebbe potuto attuarla con quella maggioranza estesa che costituisce l'ossigeno di un governo che per terribile forza di cose, deve trovare compromessi con tristi rappresentanti di localismi e piccoli interessi feudali. Patrimoniale, lotta totale all'evasione, abolizione privilegi politici (province,regioni,etc) sono il fulcro rotto di un governo illuminato sostenuto da soli mercenari. Viene quasi da auguararsi che la crisi persista, perché temo che alla prima schiarita dei mercati tutti gli "onorevoli" si stringeranno nei ranghi e si riterranno responsabilmente irresponsabili delle lacrime e sangue di questi giorni, pronti a regalare sogni ricondizionati agli italiani.
Nella speranza che l'esplosione dei partiti e delle alleanze possa garantire ossigeno a questo governo, è doveroso notare come comunque, ci sia stato un segnale forte di cambiamento; non a caso la manovra non piace quasi a nessuno e tutti i partiti hanno da recriminare sulla riduzione del loro piccolo podere.
Un primo ministro che si nega il doppio stipendio, un ministro che piange per sacrifici, una riforma articolata che tocca il marcio dei consiglieri regionali, è un punto di rottura col passato. Non è il punto di rottura che mi augurerei io ovviamente, ma i mercati ne buoni ne cattivi, non regalano 80 punti di spread giornalieri sulla simpatia.
Le riforme strutturrali da fare sono centinaia e si spera non venganono fatte tutte tramite decreti.
Ricordiamoci che in due settimane è stato fatto più di quanto attuato nella scorsa legislatura di centrodestra e di centrosinistra.
La riduzione dei costi della difesa, l'evasione, le dismissioni patrimoniali statali e i privilegi statali devono essere questioni centrali nei prossimi mesi.
Ma qual'è la reale capacità di manovra di un governo senza esercito?
Il rischio, è che la crisi profonda sia l'unica arma che questo governo ha per ricattare chi lo vota malvolentieri.
E ancora: era possibile immaginarsi una manovra migliore considerando chi ancora siede in parlamento?
Probabilmente no.
Questo è stato un inizio per far cassa. Chi pensasse che l'evasione fiscale si combatta e vinca in una settimana fa demagogia. In un mondo idilliaco sarebbe ora obbligatorio aspettarsi una guerra totale sul fronte delle evasioni, ma Alfano e il suo giullare di corte offrirano compromessi attuabili?
Chi si aspetta una rivoluzione sbaglia, questa guarigione ha dei prezzi alti e se il malato ancora non è morto è dovuto agli interessi dei partiti e alla loro consapevolezza: chi fa cadere il governo adesso viene spazzato via alle elezioni.
Comunque...
questo è un paese che è rimasto immobile per 20 anni. E' un paese a pezzi, tutto da ricostruire che ha bisogno di nuove forme di intesa e comunicazione politica.
L'annuncio di uno sciopero di 2 ore è il simbolo dell'inadeguatezza degli strumenti, tutti da riscrivere.
E poi, come fa un governo a dialogare con le parti sociali? Come fa la polizia ad avere oltre 30 rappresentanti sindacali perennemente divisi, persino nello sciopero? Ennesima riprova di un localismo miope incapace di lungimiranza e veduta globale.
Se il mal comune mezzo gaudio tende a consolarvi, sappiate che se l'Italia è in crisi non è detto che il modello della globalizzazione possa reggere ancora a lungo. Mi tocca essere d'accordo con G. Tremonti quando in la paura e la speranza (che non ho letto) afferma che il sistema si è rotto e che l'unica via di fuga è una ricostituzione morale della politica che orienti le proprie decisioni in qualcosa che vada oltre il mero profitto salvaguardando le risorse. (Gliel'avrà scritto qualcuno il libro!)
Il giocattolo della globalizzazione deve rompersi, è solo questione di tempo.
Vivere a debito (degli altri) non è un sistema sostenibile, nessuno mi convincerà del contrario.
Consoliamoci col silenzio dello psiconano, l'assenza dei pareri esperti di Scilipoti e la quiete nei toni della politica fatta una dovuta eccezione per il VIP del Giovanni 23esimo IctusBossi. Date le nostre ventennali abitudini, almeno questo, appare come un dolce momento istituzionale.
Non so se hai letto questo articolo: http://www.informarexresistere.fr/2011/12/06/camusso-ma-di-che-parli-monti-fa-la-cosa-giusta-non-ce-n%E2%80%99e%E2%80%99-altre/#axzz1fr87RuI8
RispondiEliminaNon mi piace il tono che usa nel rivolgersi alla gente ma temo che dica cose vere.
..non so quanto sia obbligatoriamente vero che uno stato con tassi di crescita inferiore a quelli di interesse debba rimetterci sempre, l'Italia della lira aveva tassi di interesse al 12% ma non cresceva di certo a quel tasso e il debito è esploso negli anni '70,80' in buona parte per questioni politiche non per forza di cose economiche.
RispondiEliminaDetto questo inoltre deprimere i consumi, fosse anche solo quelli esteri, diminuisce introiti statali, investimenti esteri, economia, stipendi, aziende...il solito circolo.
Sento talmente tante variabili e talmente tanti pareri di illustri economisti che non è assolutamente facile orientarsi.
Detto questo, il mio ragionamento è davvero molto più semplice, serviva una manovra rapida(che ha funzionato) per abbattere lo spread (che vale qualche miliardo risparmiato). L'alternativa era tornare alla lira facendo cadere l'euro, l'europa, e buona parte di mondo.
Quindi la Camusso spieghi a uno che fa fatica a pagare il mutuo che se salta il banco farà fatica a pagare il pane.
Il sistema è sbagliato, le rivoluzioni non esistono, spero che per gradi si abbracci un capitalismo con maggiori garanzie e controlli e questa è un'opportunità.
Questa manovra avrebbe potuto essere migliore, ma al di là dei costi della difesa che proprio non mi vanno giù, il resto temo sia fisiologicamente obbligatorio.