Violenza
Ho
ricevuto una quantità impressionante e preoccupante di messaggi di
donne che mi raccontano storie di violenza domestica che farebbero
dormire male la notte anche il peggior orco. Ne ho scelta una, dura,
scritta meravigliosamente, dolorosissima. (ho chiesto il permesso di
pubblicarla, ovviamente) E grazie a tutte voi che avete scelto di
condividere le vostre storie con me. Eccola:
Selvaggia buonasera.
Mi ritrovo in una calda sera estiva a scriverti, come se tu, attraverso
e tue schiette considerazione riguardo il caso di Anna Laura, potessi
essere in grado di esorcizzare il mio di incubo.
Credo che siano
molte le donne che in queste ore abbiano deciso di utilizzare il tuo
coraggio, la tua non paura del giudizio a mero scopo egoistico e
terapeutico.
Sono Paola, ho 37 anni e un incubo: la mia violenza subita, inconfessata e impunita.
Non mi aspetto una risposta, non mi serve.
Il mio lato malato, succube e fortunatamente passato, ha bisogno di un
atto di egoistico di protagonismo e so, che nel solo gesto di scriverti
otterrò ciò che aspetto da anni: l'essere ascoltata senza giudizio.
E cosi ritorno Paola, 22 anni e la paura come compagna fissa.
La relazione, via di fuga ad una famiglia in condizioni economiche
disperate, il peso di una coppia genitoriale anaffettiva e spenta
dall'anoressia di una madre e dall'alcolismo di un padre assente e
depresso.
Ritorno Paola, 22 anni una valigia e il mio primo
appartamento, la prima relazione presa al volo, come a determinare la
mia indipendenza.
Lui, l'uomo, l'ex tossicodipendente, incapace di affrontare la vita dopo la dipendenza di sei anni alla comunità.
La sottile dipendenza psicologica, non la spiego non serve, l'ho subita e subita.
Perdoni, cambierò, lo faccio per amore... parole trite, conosciute ad
ogni donna che sente quella forza che si chiama salavataggio.
taglio
corto, i fatti coincisi: segregazione, interruzione dei contatti
familiari e di amicizia, senso di inadeguatezza e colpa...
legame forte e gravidanza: calcipugnisberle, una sequenza interminabile intervallata da pentimenti "ho bisogno di te..."
Fino a che...
Sono consapevole di scrivere in modo inconcludente e sgrammaticato, non
mi interessa, non rileggerò e non correggerò questa mia missiva, non mi
interessa farlo.
il punto é un'altro!
una coltellata al viso, riparata dal mio avambraccio, il sangue e una trentina di punti
"un incidente, un vetro rotto, mille scuse, nessun supporto"
ero all'ottavo mese di gravidanza.
il calore tra le gambe, il sangue e le contrazioni.
la mia bambina, partorita morta (non scrivo senza vita, MORTA UCCISA AMMAZZATA) queste sono le parole giuste.
partorita senza aiuto con solo la speranza di poterla vedere, pochi
secondi per incidere un ricordo diverso dal dolore e dl sangue.
Per la legge non una bambina, ma uno scarto, finita tra tonsille e appendiciti, gambe amputate e tumori asportati.
Ma lei é L., é mia, solo mia.
nessuna denuncia né condanna, nessuna giustizia,
L. é nata per darmi la forza di scappare e la certezza che questo non accadrà più, non a me né a nessuna donna che incontrerò.
Sono Paola, ho 37 anni, mi occupo di donne che subiscono violenza, non per vendetta, ma per amore verso di loro.
non sono contro la violenza sulle donne (espressione semplicistica e abusata) sono contro gli uomini violenti.
Paola, che ogni notte rivive i suoi 22 anni.
Nessun commento:
Posta un commento