Non rientrerò nell'olimpo delle analisi serie, causa mancanza di foto modificate con istagram, me ne scuso.
Cenar fuori a Bologna significa spendere molto per quello che è il mio attuale reddito e benché uscire fuori a cena in compagnia sia cosa splendida bisogna siglare un patto.
Il patto è che si mangino cose nuove, migliori di quelle che mangio a casa, o cose che a casa non sono in alcun modo replicabili per volontà, limiti tecnici o perché semplicemente si è (finalmente!) indipendenti e autonomi da non dover mangiare dalla mamma o dalla suocera!
In tutta onestà fino ad adesso, non ho mai mangiato tortellini, lasagne, tortelloni, crescentine, più buone di quelle di casa mia e delle case che frequento, e non esclusivamente perché quell'ambiente ha formato in me il concetto di buono, delizioso o disgustoso, e mi fermo qua tralasciando sul fattore quantità. Ogni tanto mi chiedo cosa sia abituata a mangiare la gente durante la settimana per dover osannare un piatto di gramigna panna e salsiccia.
Seriamente stai prendendo una tenerina al ristorante?
Vale un po' per tutto, ma tra casa della Fra e molti ristoranti sui dolci, è caporetto.
MA
esistono posti (anche a Bologna) che non è proprio possibile negarsi, posti in cui scopri di non aver mai mangiato pomodori in vita tua, posti in cui ti chiedi perché nel paesone dove sei nato una mozzarella sappia di cartone e là no.
Esistono primi non replicabili con abbinamenti nuovi al palato, filetti di morbidezze quotidianamente sconosciuti e piatti fottutamente semplici e banali ma che non appartenendo alla tradizione della tua regione ti sembrano cucinati da Gordon Ramsey. Scioglievolezza, incredibile scioglievolezza, dicevano.
Poi esiste Totò o e Smeraldino a seconda dei gusti ed è inutile che ci giriamo attorno, tutto quello che esce da quei posti non è in alcun modo replicabile #homemade. Come non lo è per motivi diametralmente opposti, con risultati diametralmente opposti ma entrambi apprezzabili T-Bone e Mcdonald.
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