martedì 28 febbraio 2012

Liberissimi di fare quello che mi pare

  • Ma casellanti, operai, pompieri, poliziotti, soldati, medici, infermieri, piloti di aerei, steward, baristi del brunch e dell'aperitivo, operatori di museo, cuochi, camerieri, pizzaioli, capotreni, bigliettai del cinema, operatori dei call center delle banche e della Tim, giornalisti, decine di categorie di liberi professionisti, tassisti, organizzatori della serie A di calcio del volley o del basket, veterinari del pronto soccorso, proprietari dei circuiti di minimoto a Gabicce,  sono tutti single o forse, fra queste milioni di persone qualcuno è riuscito a farsi una famiglia pur senza portare i figli al parco la domenica pomeriggio?
  • Quante milioni di persone sulla soglia di povertà vorrebbero avere la possibilità di lavorare la domenica? L'operaio Fiat col weekend intonso va ritenuto più fortunato perché socialmente lavorare la domenica è un'abberrazione della settimana cristiana o forse, e dico forse, firmerebbe per lavorare anche la domenica già che il suo problema non è vedere la famiglia ma dar loro da mangiare?
  • O se volete, prrescindendo dalla crisi e ipotizzando di vivere in un eldorado con tassi di crescita cinese, fatto salvo il principio che in linea teorica più ore equivalgono a più concorrenza e lavoro e più lavoro equivale a più salario e più crescita economica e quindi benessere, per quale abberrazione culturale se io voglio una ciambella alle 3 di notte e un altro è disposto a lavorare al chiaro di luna, la sua domanda e la mia offerta non devono incontrarsi per legge? Non dovrebbe essere una scelta libera, non difendiamo forse una società in cui uno ha il diritto di provare e semmai fallire se non ci saranno abbastanza persone affamate di kitkat o coni pizza?


  • E poi d'estate? Se ci fa comodo andare alla notte rosa, a mangiare pesce o a ballare, allora si, si può lavorare di domenica, ma se è freddo no? A quali modelli culturali dovrebbe mai ispirarsi il legislatore per sancire che il cocktail d'estate è più necessario della felpa da bonprix d'inverno? secondo quale metro di giudizio si potrebbe tutelare il tutto aperto d'estate ma non d'inverno?
  • Infine, chi stabilisce che il mio pacchetto di pringles sia un vizio superfluo e il cinema la domenica pomeriggio sia altresì un rito doveroso? E soprattutto, la bigliettaia brufolosa del medusa o la cameriera di totò hanno meno ragione a lamentarsi rispetto all'Alice perché la combo cinema più pizza è culturalmente più radicata e quindi giustificata rispetto alla combo pringles più gioco xbox da mediaworld? 




La società evolve, i modelli culturali ed economici pure, stiamo diventando multietnici con persone abituate a lavorare il week end e di notte, viviamo in una globalizzazione totale dei popoli e delle culture, parliamo tanto di flessibilità e di integrazione, giriamo il mondo visitando paesi diversissimi dal nostro, ci sentiamo tanto migliori degli altri perché abbiam studiato un minimo e non guardiamo il grande fratello ma pretendiamo di risolvere i problemi alzando un muro? E' questa la nostra capacità di adeguarsi al cambiamenti che la modernità e l'evoluzione impongono?

Lo dico subito, miro ad un lavoro d'ufficio al famoso defunto 9to5. Personalmente poi, all'interno della mia vita di coppia, e per mia salute mentale, non credo potrei resistere se non per un periodo limitato a lavorare alla domenica e al sabato (altro giorno ormai bruciato in sordina). Per me sono giorni totalmente sacri, sono cresciuto andando al parco tutte le domeniche e facendo il thé coi cugini davanti a 90°minuto per almeno 10 anni, non sono io quello che va convinto.
Ma santiddio, chi l'ha detto che il mio modello debba valere per tutti? Perché tutto ciò che è basato sulla mia esperienza o sulle mie aspirazioni deve essere la soluzione per tutti?
La società non è mai la proiezione del nostro Io generalizzato e sarebbe il caso di tenere a mente che esistono persone anni luce da noi,  persone che mai sceglieranno un museo al posto di natale a cortina, cinesi con tutt'altra concezione di flessibilità, bisogna togliersi la convinzione che se applicassimo agli altri il nostro modello di esistenza tutti sarebbero più felici o sarebbe meglio per tutti. Questo modello è alla base delle più grandi atrocità della storia dell'uomo e non possiamo poi lamentarci se altri applicano lo stesso metodo con noi, sicuri di essere nel giusto e di fare il nostro bene.
Nessuno dice che il weekend e il giorno di riposo vadano annullati o equiparati agli altri giorni per via della modernità, della globalizzazione o della battaglia contro gli automi cinesi, non dobbiamo accettare mestamente i fenomeni globali in quanto tali.
Ma questa deve essere una civiltà libera.
Non si può stabilire su basi arbitrarie cosa ci piace e va tenuto aperto e cosa per noi è superfluo e  quindi va tenuto chiuso, è una forma medioevale di intendere la società civile, dov'è l'eguaglianza?
La battaglia non la si vince combattendo le aperture della domenica, bisogna combattere sui diritti dei lavoratori.
Diritto di guadagnare di più, diritto ai turni, diritti ad un numero di weekend liberi, diritto ad uno stipendio minimo garantito, obbligo di non poter lavorare più di un certo numero di ore.
Non è un caso se molti di questi diritti alcune categorie fondamentali come i medici, le hanno già.
Bisogna estendere per legge questi diritti ai commessi di promod e forse, promod capirà che senza schiavi che può turnare come vuole, con contratti rigorosi e un numero dignitoso di commessi da pagare, non gli converrà più tenere aperto la domenica se nessuno compra.

Non è questione di capitalismo, di gabbia d'acciaio. Purtroppo la crisi genera ingiustizie, diminuisce il potere contrattuale e ci rende cacciatori di capri espiatori, ma non sono questi buoni motivi per regredire sui nostri valori fondamentali.

2 commenti:

  1. Il problema è che il tuo discorso finisce per essere ancora più idealistico dei nostri. Tu parli di libertà di scelta, ma all'interno del sistema capitalista questa libertà semplicemente non esiste. Quindi se tu dici che non faresti un lavoro che ti impegna il weekend allo stesso modo non vorrebbe farlo la gente come l'Ali, ma deve pagare il mutuo e quindi ci è costretta. Insomma non si può fare il discorso "sono d'accordo che lo facciano gli altri ma io non lo farei", perché toccherà a tutti per la semplice regola della competizione sul mercato.

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    1. perfetto ma allora qual'è la soluzione? rinunciamo a 48 giorni di attività all'anno, chiudiamo TUTTO tranne gli ospedali la domenica, facciamo fallire migliaia di attività, facciamo licenziare un po' di persone e poi valutiamo se c'è più gente felice e ricca rispetto a prima?

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