Sono molti in questi giorni di calma apparente a chiedersi quale sia il tipping point per l'Italia, per sancirlo con più sicurezza bisognerà aspettare di vedere in che modo l'Italia sopravviverà al rifinanziamento del debito del primo trimestre. A titolo informativo per alcuni questo punto è già stato sorpassato.
Il debito pubblico italiano è il 25% del debito europeo e i 350 miliardi da finanziare nel 2012 rappresentano addirittura 1/3 dei debiti di tutta la zona euro.
Cosa vuol dire in parole povere?
Vuol dire che lo spread alto da settembre a dicembre ci costa 24 miliardi di interessi in più in 3 anni, 8 miliardi l'anno.
Rifinanziare il debito a queste condizioni potrebbe costarci oltre 60 miliardi di interessi in 3 anni.(15,20,25)
Un peso insostenibile.
Fattore 2:
La BCE ha aperto i rubinetti alle banche regalando praticamente soldi all'1%.
Cosa faranno con quei soldi? Compreranno titoli di stato speculando incredibilmente sugli interessi? Presteranno soldi a famiglie e imprese? a che tassi di interesse avendo loro pagato solo l'1%? useranno quei soldi per ripianare i debiti?
Fattore 3:
L'Italia e l'eurozona andranno in recessione. Quanti soldi ci sono per investire in crescita e sviluppo?
Dipende moltissimo dai fattori 1 e 2.
Fattore 4:
Stabilità politica. In 3 giorni la linea del PDL ha cambiato 3 volte parare sulla fiducia al governo, non dico altro.
L'unica cosa certa è che il 2012 sarà un anno durissimo, forse il più duro da quando siamo nati, anche se l'Italia dovesse evitare il default. Detto questo siamo 200 punti in eccesso rispetto ad un prezzo accettabile di interessi.
L'altra cosa su cui si può sperare è che non è nella natura umana agire fino a quando la situazione non si fa disperata. E la situazione fortunatamente è disperata.
Che sia detta da Einstein o Alba Marcoli non fa differenza, chiunque l'abbia scritto ha ragione.
“Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perchè la crisi porta progressi. La creatività nasce dall'angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura.
E' nella crisi che sorge l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere “superato”. Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi, è la crisi dell'incompetenza. L' inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c'è merito.
E' nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l'unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla."
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